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Pensiero dell'anno

Mamma!
Nella vita a volte è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza.
Sandro Pertini

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27/07/15

Ed Elia ebbe timore . Dai proclamatori del regno resistenti.




“...Ed Elia ebbe timore. Di conseguenza si levò e se ne andava per la sua anima e giunse a Beer Seba,nel territorio di Giuda,lasciò il suo servitore e proseguì nel deserto...un'altra giornata di cammino. Alla fine si mise sotto una ginestra. Si augurò di morire:” Signore_disse_non ne posso più! Toglimi la vita, perché non valgo più dei miei padri. Si coricò e si addormentò sotto la ginestra, ma all'improvviso un angelo lo svegliò e disse: “Alzati e mangia.” Subito notò accanto alla sua testa una focaccia...e una brocca d'acqua. Dopo aver mangiato e bevuto, si mise di nuovo a dormire. L'angelo del Signore lo svegliò ancora una volta: ”Mangia ancora” gli disse...Elia si alzò, mangiò e bevve. Poi rinforzato da quel cibo, camminò quaranta giorni e quaranta notti, fino all' Oreb, il monte di Dio. Andò in una grotta e vi passò la notte. Il Signore gli chiese: “Che fai qui Elia? Elia rispose:” Sono stato preso da un ardente passione per te, quando ho visto che GLI ISRAELITI HANNO VIOLATO Il TUO PATTO...SONO L'UNICO RIMASTO,MA CERCANO DI TOGLIERMI LA VITA...” ”...RISPARMIERO' SETTEMILA ISRAELITI ,TUTTI QUELLI CHE NON HANNO PIEGATO LE GINOCCHIA A BAAL E NON HANNO BACIATO LA SUA STATUA...”
( 1 Re Cap. 19)...
Non più soli !


Siamo noi, cari fratelli della Resistenza,i settemila di cui si parla sopra, che non hanno piegato le ginocchia a Baal. Quante volte soli con le nostre coscienze, abbiamo pianto per le nostre solitudini, come Elia ha fatto nella caverna. Ma poi, come d'incanto, Geova ci ha dato da “mangiare e bere” con le parole dolci dei settemila consapevoli del Blog...e ci ha fatto sapere, come ad Elia, che non siamo più soli...NON SIAMO PIU' SOLI...I santoni dell'esibizionismo sono così spariti dalle nostre paure...perché siamo tanti, consapevoli ed audaci...ma ciò non significa che non ci si debba sentire mortificati per tutto quello che sta accadendo all'interno del popolo di Dio. I cadaveri eccellenti del buongusto, che rispettano solo se stessi e non i valori reali per i quali dovrebbero operare, hanno approfittato e stanno approfittando, della loro posizione privilegiata per accumulare beni e potere...macchine in dono dalla Betel, soldi e bustarelle dai fratelli, spese mediche pagate dalla Società, nessun tipo di lavoro, nessun obolo da versare, nè rate di mutui a cui pensare, nè padroni di lavoro da compiacere, solo diritti, con l'unico dovere di pronunciare discorsi per trasformare una pedana d'entusiasmo in squallide esibizioni di retorica e/o di sovvertimento delle verità...
Sorveglianti e pionieri speciali che PRETENDONO, in maniera più o meno esplicita, dai fratelli soldi in bustarelle...apparecchiature d'aria condizionata, affitti gratuiti, pranzi e cene di altissime qualità e convenienze...ma la domanda è:” E' questo il VERO Cristianesimo...?. E' morale tutto ciò?”  Quanti altri che non sono sorveglianti, ma molto più umili di loro, perseverano da trenta, venti o più anni e sono anche essi pionieri, o semplici proclamatori, ma sono disoccupati, non per scelta; Hanno pesantissime situazioni familiari, economiche, e vivono nell'ombra ,in silenzio, lontano dai clamori delle congregazioni, senza le luci della ribalta, emarginati e disadattati in Sala, gregari silenti da una vita, con i loro carichi di solitudini ed isolamenti dentro e fuori...Per loro non ci sono auto di lusso, bustarelle, apparecchiature per l'aria condizionata, spese mediche gratuite, televisori, tablet, computer, smartphone, rolex e tanto e tanto altro...non meriterebbero lo stesso trattamento anche loro...?
Una pomposa burocrazia
soffoca gli animi nobili
Per questi NIENTE, neanche una parola di solidarietà ogni tanto, così anche solo per ipocrisia...Non ce ne è neanche uno di questi pomposi personaggi che si ricordino degli umili, dei poveri, dei dimenticati delle congregazioni, che non hanno niente da offrire se non il proprio cuore volenteroso...Qua non contano più le persone, gli individui, ma la “teoburocrazia”, terreno fertile per la bigotteria, la notorietà da podio, il potere, la visibilità tout court...ma così si finisce per distruggere l'uomo. Chi vuole la distruzione dell'uomo? Forse l'Organizzazione che avvalla tanti ometti dal facile moralismo, che non vuole farci andare all'Università, che non vuol farci leggere libri, al di fuori dei loro, che non vuol farci fare le ricerche oltre alla Torre di Guardia (ma loro leggono tutto...) che non vuole farci pensare...TOGLIERE IL PENSIERO è lo scopo ultimo. Ci pensiamo NOI per VOI...Toglierci gli impulsi, il cuore, l'anima...anestetizzare le coscienze...ma i settemila di Elia ieri, e noi “settemila”oggi, stiamo dimostrando con le nostre vite, che il riscatto umano è possibile, per riscoprire i valori perduti del Cristianesimo.
Non ci siamo associati a quella fiera di imbecillità che svilisce l'uomo a mero burattino...
Il mondo di oggi insegna a trovare sempre scusanti, quanto più è importante chi sbaglia, mentre dovrebbe avere il coraggio delle proprie responsabilità. Vogliamo considerare responsabili colposi tutti coloro che avranno impedito e impediranno di interrompere questa spirale così perversa ed immorale. Ed allora organizziamo la nostra protesta civile. NON CONTRIBUIAMO PIU'...chiudiamo i rubinetti!!! Diamo soltanto le nostre contribuzioni ai fratelli in Sala che hanno davvero bisogno, DIRETTAMENTE a loro.


Basta con la farsa delle contribuzioni alle assemblee, che tanto servono soltanto a mantenere l'assurdo  tenore di vita dei vaccari, per una condanna-simbolo dei santoni del potere che pensano più alla loro faccia e alle loro tasche che non alle esigenze dei più umili. Devono dirci se la vita dei fratelli è uguale per tutti, o se quella dei molluschi rasoterra vale molto di più. Atti 2:45 ci fa comprendere che nel primo secolo, i nostri fratelli”...vendevano i loro possedimenti e proprietà e ne distribuivano il ricavato A TUTTI, secondo che ognuno ne aveva bisogno...” E' un discorso di una tristezza indicibile questo che si sta facendo, proprio noi che tanto e per tanto tempo abbiamo accusato la nostra religione dirimpettaia proprio degli stessi errori...ma è un discorso che va fatto proprio  perché è questa generalizzazione di insensibilità che lo porta a fare.  
Invito a svegliarsi
dal letargo spirituale e morale !
Nell'ansia di ricerca di un alibi, l'Organizzazione dovrebbe arrossire nell'aver avvallato la presenza di tanti parassiti, sempre vissuti nel depauperimento dei veri valori e a favore di oscure politiche oscurantistiche. Azzerare tutti i “benefit” dati ai moralisti senza morale che pensano più alla loro faccia e alle proprie tasche che non ai problemi dei fratelli per i quali dovrebbero operare...Che vadano a lavorare come tutti cerchiamo di fare, e come la Bibbia e l'apostolo Paolo ci comanda in 2 Tess. 3:8:”...Nè abbiamo mangiato GRATUITAMENTE il cibo di NESSUNO.
Al contrario con FATICA e LAVORO penoso, notte e giorno, abbiamo lavorato in modo da NON IMPORRE UN COSTOSO PESO A NESSUNO di voi...” Ritrovare i valori dello Spirito, nell'arena che sembra solo diventata dei soldi e dei privilegi...uscire dal tunnel dei ragionieri e calcolatori da strapazzo, negli sciocchi giochi di preferenze, tanto peggio se dovuti alla superficialità di chi pensa di affrontare certi temi con opportunismo e retorica improvvisata.

Il Conte Oliver



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26/07/15

Resistenti cristiani nella storia: Valdo di Lione.-




Valdo di Lione 1140-1206


Valdo di Lione, noto anche come Pietro Valdo o Valdesio, (Lione1140 – 1206 circa), era un ricco mercante di tessuti, che decise di approfondire lo studio della Bibbia: egli però non conosceva il latino, così si fece tradurre i Vangeli e altri scritti biblici in francese. Fu colpito in particolar modo dalle parole rivolte da Gesù al giovane ricco: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi" (Matteo 19:21) . Decise allora, di cambiare radicalmente vita, dando i suoi beni ai poveri e mettendosi a predicare il messaggio evangelico al popolo. 
In quel periodo, però, la predicazione del Vangelo era riservata solo al clero, ai laici non era permesso predicare ed era persino sconsigliata la lettura diretta e personale della Bibbia. La predicazione da parte dei laici e delle donne e la lettura individuale della Bibbia, come la critica alle ricchezze e all'immoralità del clero, erano aspetti  che non potevano essere tollerati dalle gerarchie ecclesiastiche.
Pertanto, Valdo, fu accusato di aver "usurpato l'ufficio degli apostoli, predicando i Vangeli e quel che aveva imparato per le vie e per le piazze; riunì intorno a sé molti uomini e donne perché facessero lo stesso, istruendoli sui Vangeli. E li mandava a predicare nelle città vicine, pur essendo quelli di condizione sociale modestissima". 
Rifiutandosi di obbedire al vescovo della città e poi alle altre autorità ecclesiastiche che gli imponevano, in quanto laico, di non predicare al pubblico, Valdo fu scomunicato assieme a coloro che presto si unirono a lui, per seguire il suo esempio e il suo ideale di vita cristiana, i Poveri di Lione o Valdesi. Infine, l'arcivescovo decretò la loro espulsione dalla diocesi di Lione. 
Nonostante le sanguinose persecuzioni che infierirono contro di loro, essi si diffusero non solo in Francia, ma anche in molte altre parti dell’Europa. 





aggiunta :

Come veniva visto Valdo dai suoi detrattori? Ho trovato un'interessante testimonianza dell' inquisitore domenicano Stefano di Borbone, tratta dal suo "Tractatus de diversis materiis predicabilibus" redatto intorno al 1250, che condivido con voi, ad integrazione di quanto già detto nel post: " Un uomo molto ricco..., di nome Valdo, ascoltando i Vangeli, poiché non era molto colto,ma desiderava capire ciò che volevano dire, se li fece tradurre, dietro pagamento, da due sacerdoti, Bernando Ydros e Stefano d'Ansa. Essi tradussero per Valdo parecchi libri della Bibbia ed estratti dei Padri della Chiesa raccolti sotto il titolo di Sentenze: leggendole e rileggendole Valdo finì per impararle a memoria. E si ripropose di osservare la perfezione evangelica come l'avevano osservata gli apostoli;...e si arrogava, come un usurpatore, l'ufficio degli apostoli, predicando per i quartieri e per le piazze i Vangeli e tutto ciò che aveva imparato a memoria, radunando presso di sé molti uomini e donne perché facessero la stessa cosa, facendo imparare anche ad essi i Vangeli; ed essi, che esercitavano tutti mestieri umilissimi, li mandava anche nei villaggi circostanti a predicare. Questi, pertanto, sia uomini che donne, ignoranti e incolti, andavano nei villaggi, penetrando nelle case, predicando nelle piazze e persino nelle chiese, spingevano altri a fare lo stesso. Dal momento però che la loro mancanza di preparazione e la loro ignoranza diffondevano ovunque errori e scandali, furono convocati dall'arcivescovo di Lione, di nome Giovanni, (Giovanni Bellemani) il quale proibì loro di intromettersi nell'esposizione e nella predicazione delle Scritture. Ma essi fecero ricorso ad una risposta degli apostoli...."Bisogna obbedire piuttosto a Dio che non agli uomini". ...E così costoro...si resero dapprima disubbidienti per la loro presunzione e per aver usurpato indegnamente le funzioni degli apostoli, e poi, resisi ostinati, furono colpiti dalla sentenza di scomunica". ( Tratto da Il libro nero delle eresie di Angelo Clemente, Mondolibri 2008 pp. 410-412). Alcuni degli "errori" che i "Poveri di Lione" diffondevano con la loro predicazione erano: il rifiuto del purgatorio, da cui ne conseguiva che erano inutili le preghiere ai defunti, le indulgenze, il ricorso all'intercessione dei santi, o la venerazione delle reliquie.
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24/07/15

Testimoni di Geova : Critica interna e Retorica . Un punto di vista



Critica interna ,Tabù e Retorica

SSSSSS
Tra noi Testimoni di Geova la “CRITICA”, nella forma COSTRUTTIVA , non certo demolitiva è TABU’, deleteria (si afferma) e chi critica, anche a ragione (quindi non ha torto) si sta ponendo contro l’organizzazione, ergo: contro Geova.
 Molti affermano oltremodo convinti, che non fanno retorica nella loro dottrina, ma NON C’E’ più retorica nell’affermare e dire che: “Geova a suo tempo ci pensa, provvedendo... ecc. ecc.”. Che brutta cosa la è retorica, per chi non retorica!

Così ogni evento, ogni particolare è lasciato al caso, ma soprattutto gli eventi sono gestiti, “retoricamente”, da chi detiene il potere nell’organizzazione terrena.
Qualcuno ha messo il dito su una piaga, quando accenna ai Sorv. di Distretto e di Circoscrizione che, in questi ultimi 15 anni sta divenendo un serio problema “nascosto” (ma non troppo) per i vertici della betel e per l’organizzazione più in generale.

Tra le nuove leve “generazionali” ( i più giovani dei Sorv. di Distr. e Circ.) si è registrato un miglioramento nell’arte oratoria, mi limito a riferire che basta ascoltare qualcuno di questi e noterete che hanno acquisito un’oratoria “pastorale” di rilevante impegno dottrinale. Quasi tutti i nuovi Sorv. di Distr. e Circ. a partire dalla metà del 1980 (1985-1987) sono stati lentamente istruiti a pronunciare discorsi, nelle congregazioni  e nelle ass., che avessero il fine di aiutare il gregge, fondamentalmente con il proposito di “farli sentire in colpa” più di quanto un cristiano lo si sente per sua stessa natura. E in ciò nel coso di anni ci sono ampiamente riusciti. Se questo nella negatività può risultare positivo, c’è da evidenziare una negatività assoluta dei Sorv. di Distr. e Circ., e qui entra in discussione la critica, veramente  costruttiva.

Alcuni risvolti molto conosciuti nelle congregazioni


Quasi la maggioranza dei Sorv. di Distr. e Circ., dedicano poco tempo alle congregazioni e ai fratelli. Affermare ciò apparrebbe non veritiero, ma è la realtà delle cose.
A parte il fatto che ostentano molto, macchine costose (nuove e di seconda mano), suv e fuoristrada da svariati euro (non sempre doni di fratelli o parenti), orologi in oro (rolex), vestiti firmati, occhiali stravaganti (ne ricordo uno di distretto che si presentava nelle congreghe e nelle scuole di anziani, alla betel e in altri posti con un “monocolo” appoggiato sul naso, potere di un narcisismo assoluto), sono estremamente orgogliosi e arroganti, non condividendo con il gregge, ma “mungendolo” a dovere (Ezechiele cap. 34).

GRAZIE NE AVEVO BISOGNO
Come?, in tanti modi, con pranzi particolari, visite pastorali singolari, con ricatti velati, con “mance” in denaro (queste mance sono elargite più dai nominati, o da quelli da nominare alla prossima vista, che da proclamatori), inviti a pranzi (ben accettati) soprattutto con nominati (la cosa ha un doppio fine) in ristoranti Vip, viaggi gratuiti in “terre lontane” pagati da fratelli (nominati o da nominare alla prossima vista), inoltre molti “viaggianti” si sono costruite case o comperate appartamenti per la vecchiaia, ma come hanno fatto con la semplice spettanza? ..., sicuramente è per l’aiuto altrui, dove in molti vedono anche quello dello spirito santo.
Inoltre, cosa più deleteria, dedicano poco tempo al servizio e alle visite pastorali, alcuni dopo le adunanze per il campo distolgono la loro attenzione dall’opera per privilegiare attività private e proprie che nulla hanno a che fare con le normali attività settimanali di visita.


La lista e l’approfondimento potrebbe essere maggiore , tuttavia questo stato, rispecchia un lassismo che, negli ultimi anni sta assumendo la disapprovazione in molte congregazioni da parte dei fratelli, ma anche, tacitamente, di alcuni anziani che, essendo vissuti con altri tipi di Sorv. di Distr. e Circ. degli anni ’70, non accettano di buon grado le nuove leve, generazioni di nuovi fenomeni di Sorv. di Distr. e Circ. post anno ’90.

 I nodi arrivano al Pettine

Molti anziani,e non solo in Italia, i quali hanno un familiare disassociato, hanno abbandonato, rifiutando la nomina e la carica di anziano, per non troncare i rapporti con un figlio, una figlia ecc., pur rimanendo fratelli fedeli a Geova. Mentre alcuni altri si sono completamente allontanati per continuare ad assistere moralmente il figlio o la figlia.
L’orientamento dell’organizzazione a partire dal 2006-2007 si è fatta più dura ed intransigente sull’argomento specifico, così visto i molti casi di “critica costruttiva” palese, messo in atto da anziani dimissionari, si è voluto fare una campagna forte e impegnata nell’organizzazione, cercando di non scardinare e scalfire una dottrina che, sebbene accettata passivamente, nel momento del problema, molti decisamente la rifiutano (grave è quanto lo fanno dei nominati, alcuni veterani della fede).


Un concetto dottrinale che inficia l’abuso si singolari posizioni, circa la disassociazione e tutto il seguito che comporta, dopo gli anni 1995-1999 c’è stata una debole riflessione in positivo, tant’è che la disassociazione non viene quasi più praticata, né incoraggiata dall’organizzazione se non per particolari casi specifici. Se negli anni ’60, ’70 si disassociava sempre e per ogni cosa, oggi le disassociazioni sono “mirate” e solo per pochi casi. Ci sono casi di ripetuti adulteri (sia da sorelle che da fratelli) che non sono stati disassociati, se si era negli anni ’60, ’70 costoro sarebbero stati messi all’indice e dei zelanti “sanbenitos” (le congregazioni ne sono piene) li avrebbero votati al rogo!
Una riflessione sull’argomento disassociazione SI, disassociazione NO, quanto è proficuo ed utile alla fede e alla dottrina oggi, con le sue numerose conseguenze negative di ostracismo è ben descritto nella Bibbia, e qui bisogna rilevare ancora che l’organizzazione emenda e non approfondisce, nella sua letteratura l’esegesi dottrinale insegnata nel capitolo 11 vers. 1- 11 del libro dei Giudici.*

*Ora Iefte il galaadita era divenuto un uomo potente e valoroso, ed era figlio di una prostituta, e Galaad aveva generato Iefte.  E la moglie di Galaad continuò a partorirgli figli. Quando i figli della moglie furono cresciuti, cacciavano Iefte e gli dicevano: “Tu non devi avere eredità nella casa di nostro padre, poiché sei figlio di un’altra donna”.  Iefte fuggì dunque a causa dei suoi fratelli e prese a dimorare nel paese di Tob. E si raccoglievano intorno a Iefte uomini oziosi, e uscivano con lui.  E dopo un po’ avvenne che i figli di Ammon combattevano contro Israele.  E avvenne che quando i figli di Ammon combatterono in effetti contro Israele, gli anziani di Galaad andarono immediatamente a prendere Iefte dal paese di Tob.  Dissero quindi a Iefte: “Vieni e servi come nostro comandante, e combattiamo contro i figli di Ammon”.  Ma Iefte disse agli anziani di Galaad: “Non foste voi a odiarmi così che mi cacciaste dalla casa di mio padre? E perché siete venuti ora da me, proprio quando siete nell’angustia?”  A ciò gli anziani di Galaad dissero a Iefte: “Perciò siamo ora tornati da te, e tu devi venire con noi a combattere contro i figli di Ammon, e devi divenire per noi il capo di tutti gli abitanti di Galaad”.  Iefte disse dunque agli anziani di Galaad: “Se mi riconducete a combattere contro i figli di Ammon, e Geova in effetti me li abbandona, io, da parte mia, diverrò vostro capo!” 1 A loro volta gli anziani di Galaad dissero a Iefte: “Geova mostri d’essere colui che ascolta fra noi se come faremo non sarà secondo la tua parola”. 1 Di conseguenza Iefte andò con gli anziani di Galaad e il popolo lo pose su di sé come capo e comandante. E Iefte pronunciava tutte le sue parole dinanzi a Geova a Mizpa.(Giudici 11:1-11)
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22/07/15

TEOCRAZIA CONDIVISA








Abbiamo la possibilità di realizzare un nuovo corso nella scelta delle nomine dei vertici della nostra organizzazione a tuttti i 7 livelli di gestione dell'organizzazione,improntate speriamo ai criteri di trasparenza e della meritocrazia nonchè di pari opportunità .

Teocrazia del merito ?

Quella che qui chiamiamo Teocrazia Condivisa,una Teocrazia non esclusiva ma inclusiva.Una Teocrazia del merito ,trasparente,partecipata e di pari opportunità,scevra dai poteri forti,non accondiscendente alle lobby "teocratiche",una Teocrazia giusta e di vera ispirazione cristiana nella sua semplicità.
Quando parliamo di merito, va inteso  merito spiritualie ,non di altro se non  requisiti spirituali

Duole purtroppo considerare, che ci troviamo qui a parlare di riforme, solamente dopo che gravi fatti siano accaduti non solo in betel qui a Roma, ma evidentemente in tutto il mondo, o in parecchie parti d'esso,dove si è venuta a sentire la mancanza di idoneità e di correttezza morale barra spirituale ,delle classi che dovevano gestire il bene e gli interessi del Regno alla lode di Geova.

Dopo tutte queste cospicue perdite finanziarie ,evidenti dalla drastica impennata delle riduzioni del personale nelle varie filiali ,oltre modo dal taglio delle attività di stampa che ha raggiunto circa se non oltre il 35 % dell'interà attività editoriale ,(non abbiamo fonti certe in merito ci basiamo sul calo di produzione e accorpamento di filiali),nonchè dalle attività giudiziarie succedutesi specialmente qui a Roma ma non solo, sulla corruzione endemica degli "intermediari "che gestiscono la teo-burocrazia tra il Corpo Direttivo e il proclamatore della BASE, parliamo di come il Tutto , non ha mancato di portare conseguenze e ripercussioni tra i proclamatori italiani e non, sul piano operativo con centinaia di "licenziamenti" dalle betel ,ma anche e soprattutto sul piano emotivo e della fiducia nel SISTEMA in essere,la cui RESPONSABILITA' ,non può ricadere su Geova,ma unicamente sulle spalle di chi ha avuto il compito di nominare prima e di controllare poi le dirigenze betel o degli altri livelli operativi istituzionali.

Umiliato il servitore appiedato

Questo blog vuole essere portavoce di tutti quei proclamatori,che vedendosi richiedere ,titoli su titoli,requisiti su requisiti, biblici e non,competenze su competenze,curriculum su curriculum, anche per fare i lavori più semplici ,anche solamente per portare i microfoni , servire come usciere o   lavorare in manovalanza generica in un cantiere nella sala del regno,i quali ( proclamatori) si sentono profondamente umiliati e offesi,quando gli stessi criteri ,vengono completamente disattesi quando si tratta di assegnare o nominare in incarichi ben più importanti,che hanno a che fare con la gestione dei pubblici interessi della fratellanza mondiale ,e del denaro dei proclamatori ,donato a favore degli interessi del Regno e non per privilegiare il barone di turno. 2 PESI E 2 MISURE ?

Richiesta e speranza

Le nostre richieste sono quelle di massima trasparenza, nella nomina di qualsiasi tipo di amministrazione degli interessi del Regno ( IDR ), richiesta dei curriculum con pubblicazioni on-line,sia di quelli che partecipano alle scelte sia di quelli che vengono nominati.Sembrano a nostro avviso richieste legittime e sacrosante,nell'ottica cristiana della TRASPARENZA e dell'onestà reciproca,di una pacificazione complessiva con l'obiettivo unico di migliorare il SISTEMA e che il tutto vada alla lode del nostro meraviglioso CREATORE .

Possa Geova aprire la mente e il cuore dei Suoi servitori.
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Commenti al post :

 
Pensate fratelli, quello che si esterna su questo blog cosi documentato, cosi amorevolmente scritto e ragionevolmente discusso, è sicuramente risaputo dai vertici che ne scandagliano il materiale con attitudine sospettosa. Molti di questi singoli che si interfacciano sul blog sicuramente ne vedono la giustezza di queste riforme,ne condividono in cuor loro l'esigenza di un cambiamento ma questi "NICODEMO" hanno timore del grande "TOTEM":L'ORGANIZZAZIONE con la sua macchina unilaterale,sorda alle giustificate lagnanze della base,che ormai non chiede ma supplica riforme. Per dar forza alla voce degli umili CARI ANZIANI O incaricati da CO a procacciare il consapevole per poi avere qualche merito di "GIUSTIZIA ORGANIZZATIVA FATTA" vi prego di appellarvi alla vostra coscienza al vostro intimo e sano desiderio di fratellanza che guarda a Geova e Gesù come la trasparenza assoluta che coinvolge alla luce del sole il suo popolo per il benessere spirituale fisico ed emotivo,senza bisogno di tradizioni obsolete partorite a porte chiuse. Qualsiasi parte riceviate nell'ammaestramento coglietene lo spirito parlate con affetto ai fratelli Del Grande Riformatore Geova del bisogno e dell'importanza della loro intelligenza nell'intendere la bibbia pura,lodandoli quando il loro commento diventa autentica espressione di fede scevra dell'eco imperiale dell'ORGANIZZAZIONE ma del labbro del CRISTO A cui dobbiamo rendere conto.Forse sara attenzionata la terminologia che userete per prendervi in castagnia,ma voi destreggiatevi e continuate a parlare ai fratelli con la voce di GESU' sicuri che contro tali cose non c'è legge.Con stima profonda vostro Giosia.
 
 
continua.....
 
 
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20/07/15

Atti 14:23 - Keirotoneo : votare o nominare ?





Dal vocabolario Greco antico, disponibile on-line gratuitamente
alla pagina web www.grecoantico.com, si evince come in Greco  il termine nominare "onomazo"non viene usato nella scrittura di Atti 14:23. Perchè Luca  invece di usare  nominare usò il termine votarono per alzata di mano o per voto palese ( Keirotoneo) ?


Per ulteriori informazioni su Atti 14:23 si veda il post
servizio-del-regno-luglio-2014-atti:14,23


Votare :












Nominare :














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18/07/15

2 - Proposta di riforma delle modalità di adesione e di uscita dalla congregazione.

L'adesione all'organizzazione deve essere concessa solo a individui consapevoli e in grado di sostenere la loro fede in modo autonomo. L'età minima potrebbe variare, decidere che sia quella, generalmente accettata, come la maggiore età nella nazione dove si vive in quel momento è un buon riferimento.

Ci sono sicuramente delle eccezioni da considerare, come ad esempio, per i ragazzi adolescenti e le persone invalide, ma queste dovranno essere vagliate accuratamente dagli anziani locali esperti in grado di valutare le situazioni. In tutti i casi, ne infanti e ne bambini, potranno essere mai battezzati.

Le modalità di uscita devono essere solo 2:
  • 1 Nel caso in cui ci sia un peccato evidente ed impenitente.
  • 2 Nel caso di richiesta specifica

In entrambi i casi deve esserci un comitato giudiziario che deve decidere. Attualmente, ad esempio, le lettere di dissociazione non prevedono nessun comitato, mentre invece sarebbe utile che tutti gli anziani prendessero visione della richiesta che questo fratello sta facendo in quel momento. Saranno quindi escluse qualsiasi forma di disassociazioni indotte.

Le modalità relazionali con l'individuo dovranno essere commisurati con il peccato e devono essere ragionevoli. Come raccomanda la bibbia andrà tolta solamente l'amicizia e la fratellanza a questi fratelli. La disassociazione su temi di apostasia dovrà' per forza essere per questioni gravi, come il ripudio delle dottrine primarie, e non per le speculazioni su alcuni versetti singoli in cui nessuno vorra' essere dogmatico come la chiesa, che non ammette dissenso. Un fratello impenitente potra' essere disassociato solo dopo la presa visione dell'intera congregazione locale e solo dopo aver seguito i passi di matteo 18:15-20 che dovranno essere fatti per ogni tipo di peccato. Non vi è motivo di seguire una diversa procedura dai peccati individuali.
In tutti i casi alla congregazione potrebbe essere utile dare: il divieto di disassociazione al di sotto dei 21 anni, il divieto comunque di ricevere un comitati giudiziario per i battezzati al di sotto dei 21 anni e il divideto di disassociare un fratello o una sorella in tutti i casi dove l'individuo è in condizioni di estrema indigenza sia fisica che mentale. Impariamo da Gesù che aveva commiserazione per tutti gli afflitti e i peccatori. Impariamo da Gesù quando non condonava i peccati degli esattori di tasse e delle donne ma nello stesso tempo aveva estrema commiserazione per loro perchè sapeva che ci sarebbe stato sicuramente un posto nel proposito di Geova Dio.

Gli spartani buttavano giù dalla torre i bimbi che avevano handicap fisici, perchè sarebbero stati un peso insostenibile per la loro società. Pensiamo la stessa cosa anche noi ?


17/07/15

TdG : Chi sono i resistenti nella congregazione ?




Dato che ci sono pervenute richieste in merito a questa fantomatica ""Resistenza"" teocratica   di seguito portiamo a conoscenza di alcune importanti informazioni e risposte a domande frequenti.



Chi fa parte della resistenza spirituale ?
Siamo tutti testimoni di Geova ,  fratelli e sorelle anonimi che servono in diversi ruoli nell'organizzazione sia come proclamatori che con incarichi teocratici che non si conoscono tra  loro.Non siamo molti ma questo non è importante,non è intenzione formare una scissione ,un gruppo o qualcosa di simile,tutt'altro.Amiamo questa organizzazione che amiamo definire associazione o ekklesia  e desideriamo vederla rifiorire attraverso delle Riforme condivise e  Bibliche!! Resistenza è solo un termine evocativo della perseveranza nel resistere nella corsa cristiana e non significa assolutamente un gruppo organizzato che si ribella all'organizzazione. Non sia mai !




Siete “apostati” o combattete contro l’organizzazione?
Assolutamente No!
Siamo tutti predicatori della buona notizia del Regno e serviamo nelle nostre assegnazioni teocratiche felicemente,ma abbiamo qualcosa da dire in merito  all’imponente e invasiva macchina giudiziaria messa su nel corso degli anni nella nostra organizzazione, e il “modus operandi “  su aspetti che secondo la nostra personale coscienza ,guidata e addestrata dallo studio delle Scritture, deve essere lasciata interamente al singolo credente in armonia con il consiglio della Bibbia …”noi non siamo i signori sulla vostra fede…”Inoltre cerchiamo di frenare il LASSISMO morale della NUOVA MORALITA' degli imbonitori buonisti della cosidetta "" coscienza larga """




Rigettate le dottrine dei testimoni di Geova ?
Assolutamente No!!!
Tutte le dottrine chiaramente esposte nelle Sacre Scritture sono la Verità.
Nome di Dio,Schiavo fedele e discreto,Ultimi Giorni,Riscatto,Amore di Dio,Peccato ,Millennio,Regno,Contesa,Resurrezione,
Organizzazione/Congregazione,Rispetto per la vita,Neutralità..ecc..ecc..





Posso partecipare anche io inserendo qualche mio pensiero in merito o un articolo ?

Certamente ,puoi farlo creando una tua mail anonima e scrivere o comunicare la tua mail qui a questo blog o mandarmi una mail .













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ESEMPLARITÁ, NON FARE INCIAMPARE E LIBERTÁ DI COSCIENZA




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Ora Geova è lo Spirito; e dov’è lo spirito di Geova, lì c’è libertà. (2 Cor. 3:17)

 Inserisco questo tema nel filone delle disposizioni (o intendimenti) che favoriscono il farisaismo e il bullismo nelle congregazioni. L’attuale concetto che si ha delle tre proposizioni in tema sono, una per una, dei cardini del cristianesimo che nessuno può mettere in dubbio. Il dubbio però viene quando queste tre vengono collegate in una famigerata sequenza meccanica (essendo in verità connesse tra di loro), col risultato che chi ne fa sempre le spese è la terza, la libertà di coscienza, per la difettosa comprensione delle prime due.

Il meccanismo che ha un sapore inquisitorio più o meno è questo: 1) uno agisce in un certo modo senza violare nessun principio biblico, 2) qualcuno solleva un problema su quell’agire, 3) ci si aspetta dall’attore principale che desista dal suo agire per non fare inciampare altri e non mettere a repentaglio la sua “esemplarità”, problema sentito soprattutto per chi ha o aspira giustamente a qualche incarico, 4)se l’attore “insiste” nel suo agire ne risulta quasi automaticamente la perdita dell’esemplarità e l’azzoppamento nei privilegi di congregazione. Questo meccanismo è uno strumento molto tagliente nelle mani dei vaccari come lo erano certi metalli per estorcere la confessione nell’antica Inquisizione. E’ come il reato di plagio durante il fascismo, che veniva usato da chi deteneva il potere per criminalizzare il pensiero nemico, un reato di fatto inesistente che si fondava su un assunto, sfuggevole e pericoloso come una biscia.

Le scritture che vengono tirate in ballo per giustificare il meccanismo sono “non mangerò mai più carne se questo fa inciampare il mio fratello” (1 Cor. 8:13), “è meglio mettersi al collo una macina da mulino e gettarsi in mare che fare inciampare” (Mat. 18:6), bisogna essere “ragionevoli” e questo significa essere “arrendevoli”, essere disposti a cedere invece di insistere sui propri diritti (Filip. 4:5).
Ma vediamo cosa dicono realmente le Scritture.

ESEMPLARE

Nell’articolo “I giovani chiedono..Chi sono i miei modelli?” della Svegliatevi! del 8/12/12 pag.22 si riconosce che i buoni esempi non devono essere necessariamente perfetti e affermava: A parte Gesù, nessun discendente di Adamo è perfetto. (Romani 3:23) Perfino l’intrepido profeta Elia “era un uomo come noi”. (Giacomo 5:17, CEI) Lo stesso vale per personaggi come Miriam, Davide, Giona, Marta e Pietro. La Bibbia rivela candidamente gli errori che questi uomini e queste donne commisero. Ciò nonostante, furono esemplari in quasi ogni aspetto della vita e pertanto si possono considerare buoni modelli.(sottolineatura mia)

Grazie per il “quasi”! Com’è buono Lei direbbe Fantozzi..Anche se è un quasi che pare voglia dire che deve mancare davvero poco per essere esemplari in “ogni aspetto”. Ma se poi andiamo a guardare dal buco della serratura il “quasi” degli esempi citati, (Miriam, Davide,Giona ecc) probabilmente pochi di noi hanno commesso errori gravi come i loro. Ma altrettanto probabilmente nessuno direbbe che siamo modelli migliori di loro, semmai tutt’altro. Perché? Nella Bibbia trovo personaggi che tutti consideriamo degli esempi illustri da imitare pur sapendo dei loro errori mentre da noi oggi, per errori infinitamente minori, si perde immediatamente lo smalto dell’esemplarità e la si perde a volte per sempre o almeno finché non si trasloca di centinaia di chilometri. Perché ad essa si associa quell’immagine artificiale del testimone senza una grinza che rinuncia sempre a qualsiasi cosa gli si contesti pur di “non far inciampare” altri. Sarebbe un gran bel segno di cristianesimo pubblicare delle biografie sulle nostre pubblicazioni di fratelli che hanno commesso gravi peccati, che sono stati disassociati e che si sono ripresi. Ma il dubbio che viene è che non ce ne sono proprio di queste esperienze perché chi ha di quelle cadute ormai è “tagliato fuori dalla Tv”. Con criteri simili, parecchi dei modelli biblici, se vivessero oggi, non troverebbero spazio nelle moderne biografie, lo trovano solo come personaggi antichi perché nell’esaminare la loro vita nelle Scritture non ci possiamo permettere di giudicare male chi Geova stesso ha giudicato bene. Ma siccome oggi Geova non ha ancora giudicato chi ci sta attorno…ecco che gli avvoltoi vaccari sono liberi di volare alla ricerca di una pecca per azzoppare chi è migliore di loro.

Tra i requisiti del conduttore della Torre di Guardia c’è l’avere “grande libertà di parola”. Mi sono chiesto perché si chiede questo proprio del conduttore della TdG. L’unica risposta che mi sono dato è che siccome sulla Torre di Guardia si trattano tutti gli argomenti del nostro vivere la verità, sarebbe stonato se al conduttore gli toccasse un tema su cui non abbia libertà di parola. Ma chi può avere libertà di parola su ogni argomento oltre a Gesù? Semplicemente nessuno! Chiunque quindi potrebbe essere preso di mira in un punto in cui non è “esemplare” se gli si volesse creare dei problemi, sventolando principi di santità ed esemplarità che non sono di questa terra e di questa vita. Ecco un’arma che i vaccari usano quando vogliono mobbizzare qualcuno che non gli sta a genio. Ecco una visione di “esemplarità” che non è biblica e che induce una rappresentazione di sé artificiale pur di soddisfare le esagerate attese di chi ci vuole così diversi anche al rischio di essere finti. Quanto sarebbe meglio riconoscere che nessuno può essere esemplare sotto ogni aspetto della vita cristiana.

(Efesini 4:7) ...Ora a ciascuno di noi fu data immeritata benignità secondo come il Cristo misurò il gratuito dono...

(Efesini 4:11-16) ...Ed egli diede alcuni come apostoli, alcuni come profeti, alcuni come evangelizzatori, alcuni come pastori e maestri, 12 in vista del ristabilimento dei santi, per l’opera di ministero, per l’edificazione del corpo del Cristo, 13 finché perveniamo tutti all’unità della fede e dell’accurata conoscenza del Figlio di Dio, all’uomo fatto, alla misura della statura che appartiene alla pienezza del Cristo; 14 affinché non siamo più bambini, agitati come da onde e portati qua e là da ogni vento d’insegnamento per mezzo dell’inganno degli uomini, per mezzo dell’astuzia nell’artificio dell’errore. 15 Ma dicendo la verità, mediante l’amore cresciamo in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo. 16 Da lui tutto il corpo, essendo armoniosamente unito ed essendo fatto per cooperare mediante ogni giuntura che dà ciò che è necessario, secondo il funzionamento di ciascun rispettivo membro in dovuta misura, opera per la crescita del corpo alla propria edificazione nell’amore.


E’ evidente che non tutti avevano lo stesso zelo nell’evangelizzazione, la stessa capacità nell’insegnare, la stessa attenzione verso le pecore…siamo diversi ed eccelliamo in alcune cose e non in altre. Il paragone con il corpo e le sue membra ci insegna che ognuno di noi certe cose non riuscirà MAI a farle. Eppure agli occhi di Gesù è un membro con pari qualità e dignità di qualsiasi altro. Ciò che chiunque deve necessariamente raggiungere non è l’esemplarità in “quasi ogni aspetto” ma l’osservanza delle norme morali esposte nelle scritture. L’esemplarità la fa la vita intera del cristiano quando si presenta come la vita di una persona davvero dedicata a Geova, la cui azione, parola e spirito induce altri ad amare Dio e a confidare in Lui. Punto. Non ha importanza quante ore segna nel rapporto, se arriva puntuale alle adunanze, se svolge tutti i compiti che gli vengono assegnati, se ha le basette troppo lunghe o troppo corte, se va all’università o se ci manda il figlio, se qualche volta risponde in maniera rude, se alza troppo la mano per commentare, se la alza troppo poco ecc ecc..


NON FARE INCIAMPARE

Cosa significa fare inciampare? Per alcuni pare significhi semplicemente fare qualcosa che turbi qualcun’ altro. Ma se fosse così non si salverebbe nessuno! Gesù faceva inciampare in questo modo i suoi contemporanei quando faceva di sabato cose che loro ritenevano una violazione del riposo sabatico. Perché Gesù non era “arrendevole” in quelle circostanze e teneva conto della “coscienza” degli altri? Gesù non si faceva scrupoli nel parlare con una donna da solo anche se questo era sconveniente ai suoi tempi. Perché non teneva conto delle usanze locali ed evitava di turbare qualche coscienza debole? Gesù stesso è chiamato “pietra d’inciampo [per i giudei] e masso di roccia d’offesa” (1 Pt 2:7,8), allora perché non si mette anche lui una macina da mulino al collo e si butta in mare? Posso fare molti altri esempi. E’ evidente che la faccenda “inciampare” non è così semplice come la si fa passare secondo convenienza, per usarla a uso e consumo dei vaccari. Nella Tdg di studio del 15/3/2013 c’era un bell’articolo sul tema “inciampare”, si diceva che Dio non permetterà che alcuna cosa faccia “inciampare” chi confida in Lui, ovvero che abbandonino la corsa cristiana.

 In quell’articolo si parlava di cose molto gravi che potrebbero fare inciampare, tra le quali aver subito delle gravi ingiustizie in congregazione, ma ciascuna di queste può essere un ostacolo superabile per chi ama Geova. E’ davvero strano quindi che si tiri così facilmente in ballo il “fare inciampare” per delle cose molto meno gravi allo scopo di limitare la liberta individuale e uniformare i comportamenti. Si cita sempre la questione della “carne sacrificata agli idoli” il cui consumo faceva inciampare alcuni e da lì Paolo a dire “piuttosto non mangerò mai più carne se questo fa inciampare il mio fratello”. E’ bene però capire la portata del problema a quei tempi. Si riferiva alla pratica idolatrica di consumare degli animali sacrificati agli idoli e consumati in onore a falsi dei in solenni circostanze festive. Partecipare a quei banchetti idolatrici era di fatto idolatria, e lo era a tal punto che tra le cose necessarie di cui anche i gentili dovevano astenersi, assieme al sangue e alla fornicazione, era proprio “dalle cose sacrificate agli idoli” (Atti 15:29). Il problema era che da quei banchetti idolatrici avanzava della carne e la si vendeva a chi se la voleva comprare. A quel punto era semplice carne e mangiarla non significava partecipare al culto, lo dice Paolo in 1 Corinti 8:4, ma visto il contesto qualche debole “abituato all’idolo” poteva ritenere quella carne troppo “contaminata” di idolatria e rimane fortemente turbato nel vedere dei cristiani comprarsela.

La questione mangiare o no ‘carne offerta agli idoli’ dunque non potrà mai essere paragonata al mangiare panettone, portare la barba, le basette, il tablet, il cin cin, e non voglio allungare oltre la lista di tutta quella serie di stupidaggini di terz’ordine che vengono fraudolentemente appiccicate al “fare inciampare” evocando le bistecche corinzie! Quando Paolo scrive “non mangerò più carne se..” parla di un comportamento che poteva essere associato a uno dei peccati più gravi, l’idolatria. Non stava parlando di gusti culinari! Dice quello che avrebbe fatto lui, addirittura non impone il suo comportamento ai suoi lettori come se tutti dovessero agire così, sebbene la faccenda toccasse uno dei 10 comandamenti. Inoltre c’era modo e modo di acquistare e mangiare quella carne, lo si poteva fare addirittura ostentandolo per affermare la propria libertà o lo si poteva fare in modo più discreto per non turbare appunto altri, oppure semplicemente mangiandola perché offerta da altri, e altre situazioni si possono immaginare.  1 Corinti 8:13 quindi viene troppo spesso evocata a sproposito senza sapere di ché si parli quando la si vuole applicare a situazioni di molto minore entità che non hanno nulla a che vedere con il contesto di cui si parla.

Fare inciampare, in senso biblico, significa agire deliberatamente in modo egoista pur sapendo che così facendo si farà un grave danno spirituale ad altri privi della maturità spirituale necessaria. Anche se l’azione in sé non viola nessun principio, se chi la compie è consapevole che nel luogo in cui vive un determinato comportamento è associato alla violazione di importanti norme morali e mostra indifferenza al riguardo, questo è meglio che si metta una pietra al collo e si butti nel mare. Ad esempio, se in una località passeggiare con una donna significa avere con lei una relazione di marito e moglie, in quella zona i fratelli usciranno in servizio esclusivamente con la propria moglie. Uscire con una sorella, cosa possibile altrove, lì non sarà possibile. Se uno non tiene conto di questa situazione mostrerebbe quell’egoismo anti cristiano che rientra nella descrizione biblica di chi è meglio che si butti nel mare. Solo ed esclusivamente in casi di simile gravità si può tirare in ballo l’espressione biblica “fare inciampare”; in tutti gli altri casi è fraudolenta!

E se uno ci rimane un po’ male per qualcosa? Se ne farà una ragione. Sapeste quante volte ci sono rimasto male io al vedere certe azioni inqualificabili da parte di eminenti cardinali nostrani e me ne sono dovuto fare una ragione! Si cresce anche in questo modo, imparando ad accettare la diversità degli altri, imparando a non confondere l’unità con l’uniformità. Non lo impareranno mai, i presunti deboli, se ci dobbiamo sempre “uniformare” e apparire tutti fintamente uguali come un esercito cinese. Per non parlare di chi “rimane male” quando va a ficcare il naso nelle cose altrui guardando dal buco della serratura cosa fa uno in casa propria per poi andare a spettegolarlo a qualche vaccaro il quale fa scattare il famigerato meccanismo.

 LIBERTÁ DI COSCIENZA

 Questo avrebbe dovuto essere il sottotitolo più lungo ma sarà il più breve. Una volta che esemplare è: la vita intera del cristiano quando si presenta come la vita di una persona davvero dedicata a Geova, la cui azione, parola e spirito induce altri ad amare Dio e a confidare in Lui. Una volta che fare inciampare significa :agire deliberatamente in modo egoista pur sapendo che così facendo verrà associato alla violazione di importanti norme bibliche da chi non ha la maturità spirituale necessaria. Il resto è libertà di coscienza.

La prova dell’esistenza del famigerato meccanismo di cui parlo in premessa è ciò che si scrive sulla nostra posizione in merito alle frazioni di sangue.

*** km 11/06 p. 4 Come considero le frazioni del sangue e le procedure mediche . . . ***

Le vostre decisioni devono rispecchiare la vostra reale volontà e non basarsi sulla coscienza di qualcun altro. Similmente, nessuno dovrebbe criticare le decisioni di un altro cristiano. In queste cose, “ciascuno porterà il suo proprio carico” di responsabilità. — Gal. 6:4, 5.


Ecco, questa questione può essere paragonata alla “carne offerta agli idoli”. L’astenersi dal sangue infatti era affiancato all’astenersi dalle “cose sacrificate agli idoli” (Atti 15:29). Ne consegue che per qualcuno anche le frazioni di sangue potrebbero violare la santità del sangue, una cosa grave. Eppure chi considera così le frazioni di sangue non deve criticare chi le frazioni le prende, cioè, secondo il suo punto di vista, violando la legge sul sangue. E’ proprio così, paradossalmente in questo lo Schiavo è più liberale di Paolo il quale invece “non avrebbe mangiato più carne” se questo lo rendeva (ingiustamente) idolatra agli occhi di un fratello debole facendolo così inciampare. Ma per ottenere questa libertà, c’è bisogno che lo dica la Torre di Guardia, questo è il punto, sennò non ci si arriva, perché il famigerato meccanismo potrebbe scattare. Se per una cosa così seria come la santità del sangue si lascia libertà di coscienza e nessuno può permettersi di criticare chi fa scelte diverse (Torre di guardia docet!), per quale ragione si lascia tranquillamente in mano ai vaccari il famigerato meccanismo per limitare la scelta su cose infinitamente meno importanti? Ecco questo è un vero e proprio bug da risolvere. Spero che la sua mancata soluzione sia involontaria e auspico che si smetta di applicare a sproposito 1 Corinti 8:13 e Matteo 18:6 e si arrivi ad applicare (Romani 14:1-4)  Accogliete [l’uomo] che ha debolezze nella [sua] fede, ma non per prendere decisioni su intime opinioni. 2 Un [uomo] ha fede di mangiare di tutto, ma chi è debole mangia [cibi] vegetali. 3 Colui che mangia non disprezzi colui che non mangia, e colui che non mangia non giudichi colui che mangia, poiché Dio l’ha accolto. 4 Chi sei tu da giudicare il domestico di un altro? Egli sta in piedi o cade al suo proprio signore. In realtà, sarà fatto stare in piedi, poiché Geova può farlo stare in piedi.


Amen e amen.


O.O.


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